Fede e sacramentalità del matrimonio. La prospettiva canonica
DOI:
https://doi.org/10.1400/229677Parole chiave:
Inseparabilità tra contratto e sacramento. Intentio generalis. Intentio faciendi nel matrimonio. Errore sulla dignità sacramentale. Esclusione della dignità sacramentale.Abstract
Il presente articolo affronta sinteticamente la problematica di quale sia la rilevanza giuridica di un matrimonio celebrato secondo la forma canonica, da due soggetti battezzati che abbiano perso la fede, o l’abbiano rifiutata, o che siano assolutamente lontani dalla pur minima percezione di quella che possa essere la progettualità del disegno di Dio in ordine al matrimonio o che non conoscono o che addirittura rifiutano ogni dimensione trascendente del patto coniugale. Posto che l’insegnamento ecclesiale si è attestato sul principio dell’inseparabilità tra contratto e sacramento, viene presentata la corrente che afferma invece che la mancanza di fede non permetterebbe il realizzarsi della dinamica sacramentale, sebbene i due coniugi siano battezzati. Successivamente viene analizzata la dottrina relativa al principio dell’intentio faciendi id quod facit Ecclesia Christi e alla sua declinazione quanto al sacramento del matrimonio. Segue una disanima del principio dell’intenzione prevalente in ordine alla possibilità di comprendere se l’esclusione della sacramentalità abbia potuto inficiare la validità del matrimonio e dell’ignoranza della dignità sacramentale quale errore che possa viziare i consenso. Ampio spazio viene consceso alla riflessione sul fatto se l’esclusione della dignità sacramentale sia un caso di esclusione totale o parziale.